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L'Unione Fa La Musica è la rivista annuale della Musica Unione Novazzano​.

 

Dal 2007 la rivista viene pubblicata nei primi di novembre in occasione dell'annuale Concerto di Gala della MUN grazie ai generosi contributi delle numerose aziende che supportano finanziariamente l'attività della MUN.

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Sotto la supervisione di Monica Maggi Tschui, un nutrito gruppo di musicanti e membri del Consiglio Direttivo e Commissione Musica contribuisce ogni anno alla redazione della rivista con numerosi contributi scritti e fotografici. Oltre a ripercorrere gli eventi salienti dei 12 mesi precedenti, L'unione fa la Musica presenta in modo dettagliato i brani che la MUN propone nel suo Concerto di Gala e raccoglie alcuni spunti ispirati dal filo conduttore del repertorio.

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Nel 2015, una voluminosa edizione speciale de L'Unione fa la Musica ha presentato il Centenario della Musica Unione Novazzano, tutti gli eventi a esso legati nonché numerosi cenni storici dei primi 100 anni della MUN.

 

In questa sezione trovate gli articoli della più recente edizione della rivista nonché l'archivio con le edizione passate.

Buona lettura.

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ULTIMA EDIZIONE

13. Anno - Novembre 2019

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ARCHIVIO

2018 - 2017 - 2016 - 2015 - 2014 - 2013 - 2012 - 2011 - 2010

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Che Notte Quella Notte

di Athos Poretti

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… E non c’entra Fred Buscaglione.

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Avevo 17 anni e vivevo l’estate della mia prima magistrale. -Va ‘n lèt che duman ta toca ‘nà a lavurà!- Così la mamma mi esortò per l’ennesima volta a guadagnare le braccia di Morfeo. Ma io, quella notte, volevo raggiungere la Luna insieme agli astronauti. Fu una lunga estenuante attesa, piena di emozioni, ma decisamente ne è valsa la pena.

 

Quell’estate lavoravo alla Danzas – nota casa di spedizioni - alle dipendenze dell’assoluto, incontrastato capo del reparto fatturazioni signor Croci. Uomo energico, di cui a fatica riuscivi a conquistarti la fiducia. Mi sfidava ripetutamente sulle regole algebriche che spesso, a suo dire, risultavano assurde e dunque illogiche. Una su tutte che godeva del suo spietato negativo giudizio era che “meno per meno fa più“. Ma come? D’altro canto, non poteva essere diversamente per un uomo responsabile capo dell’ufficio fatturazioni, in cui il segno meno indica “debito” e il segno più sta per “accredito“; non sia mai che due debiti diano un accredito!

Io, studente forgiato sui più nobili ideali, sporadicamente riuscivo a calarmi in una realtà così immediata e contemporaneamente così veloce e precisa. Nel graffare la posta in partenza e nell’archiviare quella dei vari clienti, le bollette dovevano essere perfettamente allineate, messe in ordine cronologico e accompagnate dai relativi documenti posizionati in giusta sequenza. All’inizio, più di una volta il signor Croci mi ha messo in croce.

C’era però un grande mezzo che giustificava il tentativo di superare tutte le difficoltà: il motorino. Quel moz che io non avevo e che non potevo guidare nelle mie scorribande, solitamente accompagnato dalla Cilo a tre marce cambio inglese. Col Velo Solex nero, tambureggiante, come tutti i suoi simili, mi insinuavo nell’infinita teoria di binari del fascio L o del fascio U, alla ricerca del vagone su cui affiggere la bolletta che certificava la destinazione della merce o delle diverse derrate alimentari. E così per un buon mese e mezzo di quella torrida estate. Fin quando, quella notte, sopraggiunse la conquista della Luna: l’uomo che la raggiunge, la calca, racimola alcune pietre seleniche e in fretta e furia torna sulla Terra.

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Quella notte, praticamente non dormii. L’allunaggio avvenne ben dopo la mezzanotte e al mattino alle 7 e un quarto mi presentai in ufficio decisamente assonnato, dopo aver rubato quelle ore solitamente vissute nella dimensione onirica più profonda. Sembrava che il sogno travalicasse l’intimità della persona e si trasponesse sul video in bianco e nero della televisione, rigorosamente privo di sfumature cromatiche diverse dal grigio, proprio come la Luna. Invece quelle immagini erano reali e giungevano da una distanza mai raggiunta dall’uomo prima di allora, dal suo viaggio più lungo: 384’000 km.  

Da quel momento l’uomo diventava l’organismo vivente che volontariamente aveva raggiunto un corpo extraterrestre. Metteva piede, dopo aver aperto la porta, nell’orto di casa, su quella Luna che da sempre accompagna il peregrinare della Terra in ambito cosmico, ma che connota spesso gli umori più intimi del nostro essere.

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Quel balzo mi portò a letto e da lì cominciai a sognare.

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Allunaggio della MUN

di Dario Piffaretti

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A 50 anni di distanza, il nostro caro Direttore Artistico / Astronauta (DAA) Filippo Bassi in collaborazione con la Commissione Musica, capitanata dal vice-astronauta Matteo Soldati, sotto la supervisione competente della nostra Presidentessa, Laura Terzi, nonché responsabile della piattaforma di lancio del nostro Apollo, hanno ritenuto il nostro equipaggio MUN capace di ripetere un’impresa storica...un viaggio sulla luna.

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“The dark side of the MUN”...e cioè: se non studi la tua parte, caro musicante...succede come diceva mio nonno: “giò ul su a l’è nocc”!

 

L’astronauta Filippo, grande esperto di missioni impossibili, ogni venerdì sera incontra i membri dell’equipaggio, una prova dopo l’altra, con la speranza che le lezioni e le raccomandazioni dei precedenti incontri abbiano maturato maggiore responsabilità e portato miglioramenti. Per la buona riuscita della spedizione, ognuno dovrà fare la propria parte con impegno e serietà, come in altre spedizioni del passato, ma questa è veramente speciale. Certo, l’impatto alla nuova missione sembra promettente, il nostro caro DAA ha davanti a sé una bella squadra, basta guardarsi attorno... qualche LUNAtico, un paio di straLUNAti e qualche “facia da LÜNA piena”... a prima vista gente con una certa esperienza...

Ma perché mai una spedizione del genere dovrebbe preoccuparci? Anzi, più che mai stimolati dal nuovo programma, sostenuti dalla competenza del nostro DAA Filippo, sarà nostro compito portarvi al ricordo di quel luglio 1969 attraverso la musica, per rievocare l’impresa più ambiziosa, complessa e costosa della storia mai realizzata a scopi militari. Tributi musicali a questa impresa ne hanno fatti in tanti, da Frank Sinatra, Lucio Dalla, Pierangelo Bertoli, Police, Mina, Fred Buscaglione, i Pink Floyd e tanti altri... ci vogliamo provare anche noi!

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Sicuri e speranzosi di farvi trascorrere un paio d’ore di piacevole ascolto, vi aspettiamo presto a bordo!

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Scambio "Bandistico" Ligornetto-Novazzano

la Redazione

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Da una bella amicizia è nata una collaborazione che si è rivelata proficua per due bande: la Filarmonica di Ligornetto e la Musica Unione Novazzano. Lo scopo principale era quello di porre rimedio a una problematica che si ritrova in diverse formazioni bandistiche: alcune lacune a livello di organico. Nel caso della Filarmonica di Ligornetto, per la stagione 2019, si è pensato di rinforzare i clarinetti, mentre la MUN aveva bisogno di rimpolpare la sezione dei sax contralti. Sonia (sax alto/tenore di Ligornetto) e Monica (clarinetto di Novazzano) hanno dunque deciso di dar man forte all’altra formazione, da settembre 2018 a giugno 2019. L’esperienza è stata davvero positiva, sia per le due società, sia per le due musiciste interessate. Sarebbe bello se questa iniziativa possa essere riproposta in futuro!

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Ecco i loro commenti sull’esperienza:

Sonia: “Potermi esibire nella MUN nell’ambito di due concerti e alla Festa Cantonale in 2.a categoria è stata per me una grande sfida che ha lasciato dietro sé momenti musicali molto emozionanti e legami di amicizia che sono certa faranno parte anche del mio futuro. Grazie MUN per questa bella esperienza!”

Monica: “Per me suonare in diverse formazioni bandistiche (e non) significa arricchire il mio bagaglio musicale, conoscere nuovi maestri, intrecciare bellissime nuove amicizie e rafforzare legami già esistenti. Sono grata alla Filarmonica di Ligornetto per il calore con il quale mi ha accolta, facendomi sentire a mio agio fin dalla prima prova. Grazie a tutti!”

 

Questa bella collaborazione ha visto la sua massima espressione nel concerto (con un simpatico seguito conviviale) che le due bande hanno tenuto insieme a Genestrerio il 26 maggio 2019, presentando i brani che hanno poi eseguito a giugno per la Festa Cantonale della Musica.

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Feste Cantonali

la Redazione

 

Mese di giugno 2019: questo mese ha visto la musica bandistica protagonista in diversi cantoni. Oltre alla 5.a Festa Cantonale della Musica di Mendrisio, si sono svolte anche la 26.a Kantonales Musikfest del Canton Vallese a Naters e la 1.a Innenschweizer Musikfest a Hergiswil, che ha raggruppato formazioni dei cantoni della Svizzera Centrale. Questa è già una coincidenza degna di nota, ma coincidenza ancora più interessante è che a tutte queste feste hanno partecipato membri della nostra MUN! Ovviamente a Mendrisio c’eravamo tutti, mentre a Naters c’era la nostra flautista Linda con la Stadtmusik Saltina di Brig e a Hergiswill il nostro baritonista Matteo in qualità di maestro della Musikgesellschaft Erstfeld. Allora abbiamo preso al volo l’occasione per raccontarci e raccontarvi queste feste bandistiche per capirne anche differenze e somiglianze. Vi proponiamo questi racconti con l’invito, quando possibile, a non perdervi questi coinvolgenti appuntamenti che in ogni parte della Svizzera regalano grandi emozioni a musicisti e pubblico!

 

QUALCHE PREMESSA PER I “NON ADDETTI A LAVORI”

Le feste bandistiche in Svizzera fanno capo ai regolamenti dell’ABS (Associazione Bandistica Svizzera) e funzionano grossomodo con la stessa struttura della Festa Federale che si tiene ogni 5 anni (la prossima sarà dal 13 al 16 maggio 2021 a Interlaken… per chi vuole segnarsi la data!). Le bande si iscrivono a queste feste tenendo conto della tipologia della propria formazione ma anche del livello e della difficoltà dei brani che sono solite suonare, decidendo in quale categoria presentarsi (eccellenza, prima, seconda, terza o quarta categoria).

Le esibizioni, rigorosamente pubbliche, avvengono davanti ad una giuria di esperti e le bande possono decidere di partecipare al concorso, ricevendo dai giurati un giudizio dettagliato e un punteggio per l’esecuzione sia di un brano imposto (il medesimo per tutte le bande della stessa categoria, ricevuto alcune settimane prima del concorso) sia di un brano a scelta. Sulla base dei punteggi ottenuti viene poi stilata una classifica. 

 

 

LA STADTMUSIK SALTINA DI BRIG

La Stadtmusik Saltina di Brig deve il suo nome al fiume (Saltina appunto) che passa per Briga. Questa banda conta circa 65 musicanti e il maestro è Armin Renggli. La formazione milita in prima categoria. 

Alcuni eventi fissi caratterizzano il calendario: il Concerto di Gala a inizio maggio (il prossimo sarà il 9. Maggio 2020), il Concerto dell’Avvento l’8 dicembre, i servizi per la Festa della Mamma, per la Comunione e per il 1° Novembre. Evento fisso è pure il servizio del Corpus Domini che merita una menzione a parte: l’impegno musicale inizia alle 4.15 del mattino(!!) per terminare alle 11.00 dopo la processione. Per questo servizio, parola di Linda, serve un fisico da “Mangialonga” viste le innumerevoli tappe imposte: 2 pause caffè con gipfel, poi ravioli in brodo con vino rosso alle 6.00 per proseguire alle 8.00 con una colazione da campioni… insalata e carne lessa!. Il tutto si conclude dopo la processione, con l’aperitivo offerto alla popolazione. E durante tutto questo percorso i musicanti pare suonino pure… chi ne vuole la prova è invitato a recarsi a Briga per il prossimo Corpus Domini!

 

LA MUSIKGESELLSCHAFT ERSTFELD

La Musikgesellschaft Erstfeld è composta da circa 35 elementi. Matteo la dirige da 2 anni e mezzo e la descrive come una classica “banda di paese”. Ad Erstfeld il concerto di gala annuale è un’occasione soprattutto festosa: ne vengono organizzati due (sabato e domenica) con tavoli, Wienerli, Schweinwurschli, birra, caffè con panna e chi più ne ha più ne metta! Durante l'anno si susseguono molti servizi, principalmente religiosi (la banda è anche chiamata a fare da "organo" durante alcune messe) come pure per grandi traguardi d’età: si va a suonar marcette, polche e valzer a chi festeggia 80, 90 o 100 anni.

Il prossimo grande appuntamento della Musikgesellschaft Erstfeld sarà nel weekend 25-26 aprile 2020 per il Concerto di Gala annuale, in una sala migliore rispetto al passato: una bella occasione anche per il pubblico ticinese per un viaggetto oltre Gottardo.

 

 

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5a Festa Cantonale della Musica, Mendrisio 7-9 giugno 2019

di Monica Soldati e Simona Trezzi

 

A Mendrisio la MUN si è iscritta in 2.a categoria a concorso, portando come brano a scelta To a New Dawn di Philip Sparke, mentre il brano imposto era L’ Homme qui prend dello svizzero François Cattin. Inutile nascondere che, mentre il brano a scelta è stato molto apprezzato, il brano imposto non ha ricevuto lo stesso consenso. Era un brano sicuramente molto particolare (c’è chi dice troppo) e la sua preparazione è stata laboriosa. Ci siamo però messi di impegno e, capitanati dal nostro infaticabile maestro Filippo, abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Il lavoro “di fino” di due soli brani per una stagione intera non è mai facile, ma affrontando tutti i saliscendi del caso, la MUN è arrivata alla Festa Cantonale con la consapevolezza di aver fatto un buon lavoro. 

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Arriva così il giorno del concorso. L’esecuzione è preceduta da una prova, di quelle in cui già senti la tensione di salire sul palco davanti alla seria giuria. E in effetti, dopo il controllo rigoroso dei “passaporti musicali”, l’entrata in sala è densa di forti emozioni. Christian, presentatore ufficiale di natali novazzanesi, cerca di stemperare la tensione ma è difficile… e forse è meglio così: sappiamo che ci concentriamo di più se abbiamo un po’ di “strizza”. Corale di riscaldamento, brano imposto, brano a scelta… il tutto fugge via in così poco tempo che non ti sembra vero dopo tutti quei mesi di preparazione! Ma poi ti rendi conto che ne è valsa la pena: per l’applauso del pubblico, per il sorriso del maestro, per i complimenti degli amici delle altre bande, ma soprattutto per la soddisfazione di aver fatto musica insieme. Dopo l’esibizione, ovviamente c’è la festa! Una bella festa, organizzata davvero bene dagli amici della Civica di Mendrisio: tanti visi nuovi o conosciuti che si ritrovano per l’occasione e tanta allegria! Nel pomeriggio, dopo il concerto della OFSI, ci ritroviamo con le altre bande per la sfilata e la marcia d’assieme. Vengono poi presentati i risultati del concorso da cui usciamo contenti con il nostro terzo posto in classifica e un punteggio intermedio tra le varie bande della categoria: è un buon risultato, considerando pure le tortuosità della preparazione!

 

La Festa Cantonale di Mendrisio resterà nei ricordi di molti come una bella festa, con tante facce amiche, tanta buona musica e… L’homme qui prend, checché se ne dica, resterà di certo nel corredo degli aneddoti MUN per molto tempo!

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Feste Cantonali della Musica: appuntamenti in Vallese e Svizzera Centrale

di Linda Cavasin, Matteo Previtali e Simona Trezzi

 

26a FESTA CANTONALE VALLESANA DI NATERS, 8-9 GIUGNO 2019

Si è svolta a Naters l’8 e il 9 Giugno 2019 la 26a Festa Cantonale Vallesana. Per la Stadtmusik Saltina, la scelta del brano libero è caduta su Divertimento di Oliver Waespi. Non si tratta di un brano facile (a detta di Linda “primo impatto con il brano: panico!”) e non per nulla è già stato il brano imposto per la categoria eccellenza in una Festa federale. Il brano imposto per la prima categoria era The mountain of Switzerland di Oscar Navarro. Il brano è piaciuto a tutti ma sicuramente particolare, dato che descrive la Svizzera vista con gli occhi di un compositore spagnolo. I clarinettisti, per esempio, dovevano cercare (secondo il compositore) di far uscire dei muggiti dai loro strumenti mentre i flauti e l'ottavino imitavano gli uccellini nei pascoli! Dopo vari tentativi si è deciso che, nonostante l’impegno di tutti, imitare una mucca con il clarinetto non facesse parte delle doti della banda, quindi si è ripiegato verso tecniche più moderne: altoparlante + registrazione di muggiti! Per il resto l’andamento delle prove e le parole del maestro fanno sentire Linda come in casa MUN: “Studiate bene questo passaggio!” - e la volta dopo - “Ma non vi avevo già detto di studiare questo passaggio?” oppure “Mettete via il telefono!” e il classico “Avete tutti la matita? Tirate fuori le matite e segnate quello che vi dico!

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Superata l’intensa preparazione, anche per Linda e la Saltina arriva il giorno della Festa cantonale. “Eravamo i primi a suonare” ci racconta “abbiamo quindi avuto il vantaggio di poter fare il riscaldamento nella sala da concerto. Grande svantaggio: ritrovo alle 6.15. Dopodiché abbiamo passato buona parte del tempo a fare ginnastica con il nostro maestro, credo avesse il terrore di trovarci ancora addormentati sul palco! Ma noi durante l’esibizione eravamo concentratissimi”, ricorda Linda, “tutti hanno dato il massimo e personalmente sono stata molto soddisfatta di come è andato il concerto. La sensazione di tutti è stata di aver fatto della buona musica e aver trasmesso molte emozioni. La conferma è arrivata quando la sala piena (chi se la aspettava cosi tanta gente alle 8.00 di mattina!) si è alzata in piedi e ci ha fatto un lungo applauso. In quel momento abbiamo pensato che ne era davvero valsa la pena di tutti gli sforzi e l'impegno per la preparazione!"

A differenza del Ticino, che ha abbandonato questa formula anni fa, il Vallese mantiene tra le prove del concorso anche la prova di marcia in sfilata. In questi momenti in genere vengono giudicate la capacità di sfilare allineati e l’esecuzione della marcia musicale. In questo caso però, pare che i nostri amici della Saltina abbiano gareggiato su un altro piano… Linda infatti racconta: “probabilmente eravamo talmente carichi dal concerto in sala che abbiamo marciato quasi a passo di corsa! Sicuramente non abbiamo fatto una bella sfilata, ma abbiamo quasi superato quelli davanti a noi!

Più tardi, per dare inizio al momento della proclamazione dei risultati, tutte le persone nell’enorme capannone hanno intonato l’inno vallesano: “Nennt mir das Land, so wunderschön,....” che si trova anche nel libretto delle marce di Novazzano… aperta la sfida a riconoscere di che marcia si tratta! Sono arrivati dunque i risultati del concorso, ottimi per la banda di Brig che, nonostante si sia piazzata “solo” al terzo posto, si trova però a un solo punto di distanza dal primo classificato… praticamente è quasi un pari merito tra le prime tre bande! Per Linda la festa di Naters è stata una grande esperienza sotto tanti punti di vista: “Io sono contenta di essere riuscita a superare il panico iniziale del pezzo a scelta e di essermi goduta il concerto durante la festa!”. A contorno del concorso, anche in Vallese si è fatto festa, con vino del posto e la tradizionale raclette: “cambia il vino, cambia la lingua, ma la festa cantonale resta la festa cantonale anche se passi le Alpi!

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Al termine del racconto veniamo a conoscenza di una particolarità delle bande vallesane: il “canadese” o “Kanadier”, termine (rubato al mondo dell’hockey) che sta ad indicare quelli che comunemente vengono chiamati “rinforzi”, i musicisti “esterni” che vengono aggiunti alla formazione bandistica per sopperire a delle parti scoperte. Linda ci assicura che effettivamente suona molto bene dire “quella banda ha suonato con 10 canadesi”!

 

 

1a FESTA DELLA MUSICA DELLA SVIZZERA CENTRALE DI HERGISWIL, 14-16 GIUGNO 2019

Quest'anno è stata organizzata per la prima volta la Innenschweizer Musikfest a Hergiswil, che si è svolta dal 14 al 16 giugno 2019 con la partecipazione di 47 formazioni provenienti da Uri, Svitto, Obwaldo, Nidwaldo, Lucerna e Zugo. 

La banda di Erstfeld si è presentata alla Musikfest in 3a categoria a concorso con il brano a scelta The Grapes Of The Sun di Mario Bürki. Ci dice Matteo: “Tra i diversi brani che figurano nella lista fornita dall’ABS, è stato quello che mi ha proprio colpito e che mi sembrava adatto al nostro organico. Una parte della banda l’ha apprezzato molto mente altri hanno faticato ad accettarlo, forse perché molto diverso rispetto a ciò che erano abituati a suonare.” Visto che la partecipazione ad un tale evento era nuova per questa banda, in pochi sapevano cosa significasse ricevere un brano imposto. Così, quando è arrivato Slovenian Rhapsody di Marco Nussbaumer, i volti dei musicanti tradivano un’espressione piuttosto preoccupata! “Ma a me è piaciuto subito” ci dice il maestro, “perché sembrava un brano di buon ascolto e con un bel senso musicale, e così si è dimostrato.

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Matteo si trovava per la prima volta a preparare come maestro una banda per un concorso ed è stato confrontato con le difficoltà che affliggono molte delle bande in queste occasioni: la presenza altalenante alle prove, l’altrettanto discontinuo studio le parti e le incertezze fino all’ultimo sull’effettivo organico. Vivere tutto ciò nei panni di maestro è stata una sfida: “Ti senti addosso quella responsabilità che se va tutto bene o tutto storto è principalmente responsabilità tua perché sei tu che interpreti il brano, lo adatti ai musicanti e cerchi di insegnarlo.”  Ma con i suoi musicanti Matteo riesce a fare un percorso importante e arriva così anche per loro la data fatidica del concorso: sabato 15 giugno. Matteo, dopo aver suonato la sera prima con la MUN nella piazza di Novazzano si ritrova “catapultato” a Erstfeld di prima mattina sul bus verso Hergiswil. Ci racconta Matteo: “Arrivo ad Hergiswil e mi prendo subito carico dello strumento del povero bassista che faceva già fatica per gli acciacchi dell’età. Vedo subito che l’organizzazione della festa è molto simile a quella di Mendrisio, con un bel villaggio e concertini qua e là. Butto un occhio nella sala del concorso… oh pepp, è una sala seria! Pronti-partenza-via: prova, intonazione, due parole di conforto con la raccomandazione di gustarsi il momento e in men che non si dica siamo davanti alla porta della sala. Un musicante fa cadere uno strumento in esposizione e penso: “cumincium ben!”. Entriamo e sono ancora relativamente tranquillo, mettiamo a posto le sedie e mi accorgo che gli strumentisti sono di molto spostati rispetto al solito. Riscaldamento: non concesso. Allora facciamo solo una nota per vedere com’è. Iniziamo, la tensione e l’inesperienza si fanno sentire. I miei pensieri si susseguono rapidamente… “Ascoltate l’intonazione!”, “Dove sono posizionati i timpani?” , “Manca grinta o è la sala che attutisce? “Ma quanto è grande questo leggiio?” e così via. L’esecuzione è stata dignitosa, ma il punteggio ci delude un po’. Ma poi a bocce ferme, dopo una riflessione sul percorso e sui referti dei giurati, ci si mette il cuore in pace: il giudizio è stato corretto, inoltre la preparazione e la partecipazione alla Musikfest sono state una grande cosa per questa banda che non aveva mai affrontato sfide simili. Prendo ancora il basso tuba e torniamo al deposito strumenti, iniziamo a pensare alla parata… poi finito tutto, una birretta…magari due, il mal di stomaco si attenua e l’agitazione finalmente sparisce. È andata! Ci fermiamo tutti a fare festa, e, malgrado un grandissimo acquazzone, è proprio una bella festa! Anche quella della Svizzera Centrale è stata una festa riuscita e “festosa” come quella di Mendrisio!” 

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Le sfide di questa festa musicale hanno portato un turbinio di emozioni, infatti ci confida “Dell’emozione posso dire che come musicante, con gli anni l'agitazione si affievolisce e quella che rimane impari a gestirla. Ma come maestro alla prima volta… era proprio bella forte!”.

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Mari Lunari

di Matteo Soldati

 

Ma ditemi: che son li segni bui di questo corpo, che là giuso in terra fan di Cain favoleggiare altrui?”  (Paradiso, II, 49-51)

 

Dante rivolge a Beatrice una domanda che tutti noi ci siamo posti da piccoli: che cosa sono quelle macchie scure (“li segni bui”) così ben visibili a occhio nudo sulla luna? Oggigiorno conosciamo la risposta, ma per secoli le macchie lunari furono oggetto delle più varie congetture. 

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In epoca classica, partendo dalle teorie del filosofo greco Plutarco, si diffuse l’idea che la Luna dovesse essere un luogo del tutto simile alla Terra. Su di essa pertanto dovevano esserci mari, monti, laghi, fiumi, valli e pianure. Le zone scure erano probabilmente distese d’acqua liquida (in latino maria - mari) mentre quelle chiare non erano altro che terre emerse. 

All’epoca di Dante, molti vedevano impressa sulla luna l’immagine di Caino, a ricordo e ammonimento del primo omicidio tra gli uomini. Nella Divina Commedia, in risposta a Dante, Beatrice confuta sia la credenza popolare su Caino, sia la dottrina averroistica (sostenuta per un periodo da Dante stesso) secondo la quale zone scure e zone chiare dipendevano dalla densità della superficie lunare. Qual è dunque la spiegazione di Beatrice? Ovviamente un’interpretazione in linea con la dottrina della Chiesa: zone scure o chiare dipendono dal grado di influenza della virtù divina esercitata per mezzo degli angeli. Dante può proseguire il suo viaggio soddisfatto. Nel 1609 Galileo Galilei puntò per la prima volta il suo telescopio verso la Luna. Si comprese allora che forse la Luna era differente dalla Terra.

 

Fu però solo quattro secoli più tardi, nel ‘900, che grazie all'avvento dei grandi telescopi fu definitivamente accantonata l'idea che sulla Luna vi fossero mari di acqua liquida. Si comprese che le chiazze scure erano in realtà pianure di basalto solidificato, che aveva ricoperto enormi crateri provocati da impatti di grandi asteroidi nel passato remoto del satellite. Secondo la loro estensione, queste enormi pianure basaltiche vengono chiamate oceani, mari, laghi, paludi e golfi. Ciascuna di esse ha un nome latino, ispirato dalla forma, dalla posizione oppure semplicemente di fantasia. Famoso è il Mare Tranquillitatis (“Mare della tranquillità”), dove nel 1969 avvenne il primo allunaggio con equipaggio da parte della missione Apollo 11. 

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Il brano di R. Buckely Serpent Sea, che la MUN eseguirà al concerto di gala 2019, si ispira al Mare Anguis ("Mare del Serpente"). Si tratta di un’area basaltica di ca. 150km di diametro sul lato del satellite sempre rivolto verso la Terra. La sua forma sinuosa ha probabilmente dato origine al nome “serpente”. Anche il compositore Buckley si è immaginato dei veri e propri serpenti lunari che escono dal mare extraterrestre e danzano attorcigliandosi tra loro, prima di risprofondare nelle misteriose profondità da dove sono fuoriusciti. 

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Serenate

di Lorenza Bernasconi

 

Al giorno d’oggi il termine serenta lo si usa quando parliamo di una coppia di innamorati. A volte con ironia (ma a volte no) per conquistare una giovane fanciulla si dice all’uomo di suonarle una serenata. Si tratta ormai unicamente di un modo di dire... quale uomo si metterebbe ancora oggi ad eseguirne una in onore del gentil sesso?

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In origine, in effetti, le serenate erano una composizione musicale scritta per qualcuno. Si trattava di un genere informale usato per attirare l’attenzione della propria amata, solitamente sotto la finestra della sua cameretta. Stiamo parlando del periodo medievale e rinascimentale. La persona che eseguiva questo genere di musica cantava e si accompagnava con uno strumento, di solito una chitarra o un liuto. La serenata è poi stata usata anche nel periodo storico successivo: il barocco. Il genere si sviluppò e cominciò ad essere rappresentato su di un palco: era una via di mezzo tra una cantata e un’opera. La differenza tra la cantata e la serenata stava nell’uso degli strumenti: la serenata veniva suonata all’aperto e quindi potevano essere usati strumenti più sonori come le trombe e i tamburi. Questa composizione si è poi sviluppata ulteriormente nel classicismo e nel romanticismo con una struttura più definita e con temi cantabili e non drammatici. Numerosi sono dunque i compositori che si sono occupati di scrivere serenate. Vista la positività emanata da questo tipo di scrittura essa è stata sviluppata anche nel corso dei secoli più recenti ed è spesso usata anche con ritmi più “swingati” e sognanti.

 

 

Non a caso la Moonlight Serenade, scritta nel 1939 da Alton Glenn Miller – trombettista, compositore e direttore d’orchestra statunitense - su cui è stato poi messo un testo da Mitchell Parish, ci trasporta in un mondo sognante con i suoi temi “leggeri” e orecchiabili. Il ritmo “swingato” regolare, che non ha mai cambi repentini, ci dà la sensazione di una camminata molto tranquilla e sognante. Questo è forse il motivo per cui ha raggiunto le vette di numerose classifiche mondiali. Chiudete gli occhi mentre ascoltate questo brano e concedete alla vostra fantasia di immaginare una notte di mezza estate con un cielo stellato e una luna piena che si mostra con tutto il suo splendore. Vedrete la vostra anima gemella danzare con voi, sia essa una persona o un sogno che vi piacerebbe che si realizzi. Sarà impossibile non sentire un senso di libertà e percepire i vostri piedi come se stessero volando invece di stare ben saldi sulla strada. 

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Lasciamoci quindi trasportare da questa serenata e sognamo tutti insieme!

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Nuova vita alla vecchia divisa

di Daniele Bachmann

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Cosa rende una banda unica? Certamente i suoi musicanti, il suo repertorio e il suo radicamento nella propria comunità. Ma ciò che la rende riconoscibile da tutti sono sicuramente il suo vessillo e soprattutto la sua divisa. 

 

Ho iniziato a suonare nella Musica Unione Novazzano trent‘anni fa. Malgrado gli studi universitari prima e il lavoro più tardi mi abbiano allontanato per qualche anno dalla MUN, ho avuto la fortuna di partecipare come socio attivo sia ai festeggiamenti del 75esimo nel 1990 sia a quelli del Centenario della MUN nel più recente 2015. Due momenti, questi, significativi per la Musica Unione e per i suoi musicanti, soprattutto per la coincidenza di entrambi i giubilei con il cambio della divisa; momenti che segnano in modo indelebile la storia di una banda. 

 

Della nuova fiammante divisa, di come sia stata scelta e del nostro orgoglio nel portarla vi abbiamo già detto in un’edizione precedente. Una questione tuttavia era rimasta in sospeso, ovvero cosa fare della divisa che per 25 anni, dal 1990 al 2015, ci ha accompagnato nella nostra crescita musicale, soprattutto dopo aver constatato che sì, qualche segno il tempo l’aveva lasciato, ma che una trentina di divise era tutto sommato ancora in buone condizioni. Il nostro desiderio è sempre stato quello di dare alla divisa blu e grigia una seconda vita e grande è stata la nostra felicità nel poterlo fare con la Banda Musicale di Città della Pieve, la formazione musicale di un bellissimo borgo umbro sulle colline a ridosso del Lago Trasimeno, poco distante da Perugia.

 

Dopo alcuni contatti preliminari tra le due bande, lo scorso 27 aprile 2019 una piccola delegazione della MUN è partita da Novazzano alla volta di Città della Pieve portando con sé le divise che la sera stessa sono state consegnate ufficialmente alla Banda locale, impegnata in un concerto di beneficienza da loro organizzato. Grande la nostra sorpresa e gioia per l’accoglienza riservataci dal Presidente Enzo Cini e dal Direttore Artistico Angela Ciampani e nel vedere la divisa già indossata da uno dei musicanti per la presentazione al pubblico. Siamo rientrati il giorno dopo, invero affrontando le lunghissime colonne della fine del super ponte pasquale, ma con la consapevolezza di aver dato una  bellissima nuova casa alla nostra divisa che, ne siamo certi, contribuirà a rendere ancora più forte l’attaccamento alla propria banda dei musicanti che l’indosseranno. 

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